Ganić vs jurišić
Ieri dopo il pagamento di una cauzione di 200.000 sterline hanno liberato mr. Ganić. Ieri ilija jurišić ha passato un altro giorno di carcere duro in prigione (serbia, belgrado). Mr. Ganić ha dormito nel suo letto di londra, parlato con mr. Silajdzić, goduto delle possibilita che la democrazia ed il denaro offrono. Ilija jurišic è rimasto nella solitudine di una cella, nel silenzio dei politici a scontare un giorno dei 4380 (12 anni di carcere duro) che gli sono stati comminati.
Il caso Ganic, la dice tutta sull’establishment politico sia della bosnia erzegovina che della serbia. Entrambi dimostrano quanto siano falsi, scorretti e senza cuore. Entrambi abusano della giustizia per ragioni politiche, nella migliore tradizione berlusconiana, indiscusso campione dell’abuso del sistema giuridico-amministrativo.
La Serbia gioca intensivamente la carta della bosnia erzegovina per posizionarsi il più solidamente possibile come fattore X della politica balcanica. Lo fa con calcolo, freddezza, e tutta l’arroganza di un sistema che violenta il senso profondo della giustizia fingendo di voler accettare la decisione di avere l’11 luglio come giornata commemorativa del genocidio di srebrenica e di fatto rubbricandola in una generica condanna dei crimini di guerra. Lo fa fingendo di perseguire i criminali di guerra bosniaco-erzegovesi di fatto dimenticando di arrestare il generale Mladic. Se non fosse tragico sarebbe ridicolo.
Giusto il tempo di leggere le varie agenzie di stampa ed il ballo delle parti, lo schieramento dei Pro-serbia o Pro-bosnia, parte. La republika srpska con l’intero establishment naturalmente tifa serbia, la federazione ed il suo establishment tifa Ganić o, come dicono, bosnia.
Quale bosnia? tanta… ma non tutta. Esiste una parte di bosnia che sta molto molto male, che sente la violenza di questa agenda che trasforma la giustizia in politica e pretende di rendere alcuni esseri umani simboli collettivi.
Ora per essere onesta Ganić appartiene all’elite politico-mafiosa che ha dilapidato la bosnia, ha profittato di quanto poteva, abusato di quanto disponeva e che ora, nel momento in cui il privilegio e l’immunità si infrangono, di fronte ad un giocatore scaltro e altrettanto corrotto, tanto nei metodi che nelle ragioni, chiama all’unità, al sostegno giocando la carta della memoria e della giustizia.
Mentre tutto questo accade un altro uomo, un altro bosniaco ilija jurišić, marcisce letteralmente nel carcere duro serbo senza nessun sostegno dell’establishment bosniaco. Per Ganic si grida allo scandalo diplomatico, alla violazione di svariate convenzioni per jurišić si ignora.
In tutta questa vicenda, quello che appare chiaro è che la questione, non è tanto di giustizia, quanto una prova di forza, un braccio di ferro diplomatico anzi una diversione, polvere negli occhi per scombinare le memorie collettive sulla guerra in bosnia-erzegovina tanto a livello internazionale quanto domestico (bosnia e/o serbia).
Dato che ilija jurišić resta in prigione, la faccenda Mr. Ganic è per me uno spettacola di strategia e tecniche diplomatiche. Una gara delle riabilitazioni politiche, un elemento per creare tensioni internazionali ed interne. Un modo per costringere a schieramenti ed irrigidire, quanto più possibile nazionalisticamente, la gente in vista delle elezioni politiche.
E’ l’ennesima prova di come i poteri balcanici siano maestri dell’abuso e del privilegio e di come, quando si eserciti l’uno e si perda l’altro, vengano d’un botto attivati tutti i meccanismi legali, diplomatici delle democrazie. Un’ingiustizia affascinante da osservare ed allo stesso tempo un dolore insopportabile per la negazione di una giustizia sostanziale e del rispetto della dignità di tutti gli esseri umani, di tutte le persone ingiustamente perseguite e della necessita di fare giustizia e riconciliazione e non giustizialismo e revisione.
dalla bosnia, quella piccola, quella di ilija jurišić con amore.