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Bosnia Erzegovina, elezioni politiche e nuovi media

by passaggioasudest

E’ ascoltando le promesse impossibili del 2006 “BiH in europa, corruzione sconfitta, occupazione garantita, riforma delle pensione” e via promettendo, che prende il via la campagna elettorale del 2010 con un corpo politico preso alla sprovvista dal vedersi rinfacciate con tanto di date, fonti e citazioni le proprie parole.

Un mese di campagna elettorale dal 3 settembre al 2 ottobre. E poi nella giornata del 3, il rinnovo di 3 parlamenti, l’elezione di 5 presidenti ed una pletora di parlamentari distribuiti fra stato, entità e cantoni. Naturalmente, come in ogni elezione la campagna elettorale è cominciata molto prima della data ufficiale in un crescendo di accuse e propaganda.

Esplorando l’affascinante mondo dei numeri, fra un mese, un corpo elettorale di 3.126.599. cittadine/i, a cui si aggiungono 35.644 elettori all’estero, sarà chiamato a scegliere fra 767 liste, ovvero 8.149 candidati e candidate distribuite in 63 soggetti politici, più esattamente: 39 partiti, 11 coalizioni e 13 fra candidati e candidate indipendenti.

Quello che emerge è una incredibile folla, di volti noti e meno noti, con un candidato ogni 388 elettori, pronta a darsi battaglia per conquistare il diritto ad una poltrona per i prossimi 4 anni di mandato. Poltrone che, vale la pena ricordarlo, in un paese dove la media degli stipendi si aggira intorno agli 800 marchi convertibili (KM), circa 400 euro, valgono, 7000 (KM) ovvero 3500 Euro!

Sempre in questo mondo di numeri, statistiche e proporzioni emerge come le quote del 30% assegnate per donne e giovani vengano rispettate anche se poi alle stesse si riservano i fondi delle liste e poco o quasi niente dei fondi elettorali a disposizione dei partiti.

Come sempre durante le tornate elettorali si assiste ad un’esplosione di finanziamenti da parte dei donatori internazionali per progetti a sfondo elettorale. Quest’anno oltre alle solite campagne di promozione a favore della partecipazione femminile e dei giovani, proliferano iniziative che hanno nei numeri ed in internet la loro forza e novità.

Da maggio ad oggi sono apparsi siti che hanno nella rappresentazione statistica, grafica, satirica del-non-fatto una puntuale un’arma di denuncia.

Si tratta di siti diversi, alcuni utili a giornalisti e ricercatori, con un’impostazione istituzionale e complessa come cpi.ba, una fondazione che si occupa di spesa pubblica che rende comprensibile come si spendono i soldi di cittadini e cittadine grazie a rappresentazioni grafiche e statistiche e che ospita in prima pagina un counter della spesa pubblica. O vlastibih il nuovissimo sito di monitoraggio dell’associazione CCI (centro per le iniziative civiche) che da anni segue il lavoro svolto dai vari ministeri, parlamenti in termini di disegni di leggi presentati e approvati, iniziative parlamentari, piani di lavoro e naturalmente transparency international.

Ma sono i siti di stampo attivista, pungenti e provocatori, quelli che sembrano essere riusciti a disturbare alcuni dei politici più scaltri, soprattutto nella Federazione della BiH, generando una catena di reazioni e smentite.

L’uso combinato di siti e social network, soprattutto facebook ha riversato su questi politici in poco tempo un onda di ridicolo che ha raggiunto anche quella parte di popolazione esclusa da internet. Non solo, ma ha anche reso evidente il potere di fare notizia dei media online. E’ infatti internet a fare da megafono, attraverso i portali, sempre più letti, di radio sarajevo, buka, sarajevo-x a siti come istinomjer nutrendo il pubblico ora dopo ora con notizie che a fine giornata diventano parte dell’agenda di TV e carta stampata.

Istinomjer, ovvero il misuratore di verità, offre un meccanismo semplice che senza addentrarsi in analisi di sistema, scava, citazioni fatte dal 2006 ad oggi, dai leader e rappresentanti di spicco degli attuali partiti e coalizioni al potere, e le misura secondo semplici scale: vero (bugia/mezzaverità/verità); promesso (mantenuto/non mantenuto).

Naturalmente sono ancora una volta i numeri e la loro rappresentazione grafica a fare la parte del leone, ricordando ed al contempo smascherando le bugie elettorali del 2006 e rendendo oggetto di dibattito e di valutazione dell’operato del governo uscente. Una sorta di specchio distorto che ritorce le promesse demagogiche e populiste fatte al paese contro gli stessi politici. Cosi che, ad esempio, il partito dell’azione democratica (SDA), maggiore partito bosniaco-musulmano al potere si ritrova con 104 promesse non mantenute, 40 parzialmente mantenute, 7 infondate e 13 mai mantenute. Nè fanno una figura migliore gli altri partiti al governo, l’SNSD il partito di Dodik, premier della entità repubblica Srpska ha all’attivo 2 promesse mantenute contro 23 parzialmente, 44 mai mantenute e 6 infondate.

Cosi l’avvio della campagna elettorale vede i giganti della comunicazione, TV e carta stampata, correre dietro alla velocità e spregiudicatezza della rete che sforna dati, testi e hyperlink e restituisce memoria ad un paese quotidianamente bombardato da promesse e smentite, non è certo sufficente per scuotere un corpo elettorale generalmente apatico ma è un buon avvio per fare crescere una coscienza civica basata sui fatti e sull’informazione.

(published on http://www.unimondo.org/Notizie/Bosnia-Erzegovina-elezioni-politiche-e-nuovi-media)

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